di Stefano Arcamone
ISCHIA – Costretta a prostituirsi a tredici anni. Consegnata nelle mani dell’orco di turno, un 61enne ischitano, dalla mamma, dalla zia e da una ragazza di diciassette anni, probabilmente una cugina.
Una storia dell’orrore che ha come protagonista una giovane di etnia rom e la sorellina di appena cinque anni, costretta ad osservare, nonostante la tenerissima età, il calvario cui era costretta la sorella.
Merce umana da cedere al miglior offerente. A scoprire l’incredibile giro di prostituzione minorile consumato tra Ischia e Napoli gli uomini del commissariato di polizia di Ischia, sotto l’egida del vicequestore Stefania Grasso. Una indagine durata sei mesi e ancora lontana dalla conclusione, ma che nella giornata di ieri ha portato ai primi quattro arresti. In manette, con l’accusa di violenza sessuale ai danni di minore, è finito A.G., classe ‘52 nato ad Ischia e residente a Perrone, frazione del comune di Casamicciola, sposato e padre di due figli, colto in flagranza mentre abusava della tredicenne. Sono scattati gli arresti anche per il terzetto di donne di etnia rom che gestiva il giro di prostituzione. .
Il teatro delle violenze era un monolocale di proprietà dell’uomo nel pieno centro di Casamicciola: era lì, tra quelle quattro mura, che gli veniva consegnata la sua preda ogni qualvolta che lo desiderava. Tra i 100 e i 200 euro da pagare in anticipo alla madre per disporre di quella ragazzina indifesa, costretta a subire ogni nefandezza possibile e immaginabile. Non gli bastava abusare di una minorenne: le perversioni più estreme si compivano nel silenzio di quella casa, al riparo, forse nemmeno troppo, da occhi indiscreti.
Preservativi e completini intimi per bambini sono stati sequestrati dai poliziotti al momento dell’irruzione, insieme a una agenda, sequestrata alla madre della tredicenne e al cui interno erano contenuti 1.800 euro in contanti, dove erano annotati decine di nominativi e numeri di telefono e che è oggetto di ulteriori indagini da parte degli inquirenti. Perché c’è molto ancora da far emergere in una storia che è emblema dello squallore umano, e potrebbero essere tantissime le persone coinvolte nel giro di prostituzione minorile emerso con l’indagine. .
La ricostruzione degli inquirenti, del resto, è sconcertante: pedinavano le donne da sei mesi dopo che un informatore li aveva messi in allerta. Non immaginavano l’orrore che stavano per far venire a galla, nonostante l’uomo cui veniva consegnata la ragazza fosse già noto alle forze dell’ordine. Le donne sbarcavano dal traghetto proveniente da Napoli di buon’ora e immediatamente iniziavano il tour sessuale, consegnando la ragazzina tredicenne ai clienti. Erano accorte, diffidenti, e ogni sera rientravano in terraferma, nei campi rom di Giugliano e Qualiano. .
Portati in carcere, l’uomo e le tre donne nelle prossime ore saranno interrogate dal Gip mentre le due ragazzine sono state affidate ai servizi sociali e prese in custodia dalle suore del Pio monte della Misericordia di Casamicciola. Una soluzione temporanea perché lì, almeno con le indagini in corso, non è possibile garantire la loro sicurezza. Nessuna delle due parla fluentemente italiano, versavano in condizioni igieniche precarie e la tredicenne, in evidente stato di choc, manifestava tendenze autolesionistiche: anche per queste ragioni, nelle prossime ore saranno trasferite in una località segreta.
Quello che più preoccupa gli inquirenti, però, è la possibilità che altre minorenni siano coinvolte in una storia dai contorni ancora opachi. Sono decine i nomi di ragazze individuati sull’agenda posta sotto sequestro e il sospetto che il giro di prostituzione minorile coinvolga altre minorenni si fa largo come un incubo.