Si allunga la schiera dei braccianti morti per il duro lavoro nelle campagne di Puglia e Basilicata. Dopo oltre un mese in coma è deceduto nell’ospedale San Carlo di Potenza Arcangelo De Marco, il 42enne agricoltore di San Giorgio Jonico (Taranto), colpito da un malore a Metaponto il 5 agosto scorso durante l’acinellatura dell’uva. Come la sua concittadina Paola Clemente, 49 anni, che ha perso la vita il 13 luglio dopo essersi sentita male mentre lavorava tra i vigneti in contrada Zagaria ad Andria. Due casi analoghi sui quali è intervenuta la magistratura. Le inchieste stanno facendo il loro corso per stabilire la cause del decesso ed eventuali responsabilità.
Tuttavia, resta la drammatica e inquietante la realtà dello sfruttamento nei campi, delle condizioni durissime in cui operano i braccianti che spesso finiscono nelle grinfie dei caporali. Le morti bianche che hanno lasciato il segno riaprendo uno squarcio sul fenomeno del reclutamento illecito e del bieco sistema ricattatorio. Sono soprattutto le donne, si calcola all’incirca 40mila, ad essere impiegate in maniera irregolare nelle aziende agricole della Puglia. Dati allarmanti che hanno messo in stato di allerta i sindacati specie in questo periodo in cui, oltre all’acinellatura, nell’intera regione comincia la vendemmia, uno dei momenti in cui il fenomeno dello sfruttamento dei braccianti assume proporzioni molto elevate facendo emergere con particolare gravità l’utilizzo irregolare della manodopera femminile. Non sono soltanto italiane ma anche lavoratrici straniere (ben 18.000 impiegate irregolarmente nei campi della Puglia, secondo la Cgil), provenienti soprattutto dall’Est europeo. …leggi