Il giro era controllato da tre gruppi distinti e in concorrenza. Assolto, nell’ambito dell’indagine Escort in rete, l’informatico accusato di essere coinvolto nell’affare
E’ stato condannato a tre anni e un mese il gestore di un sito internet finito al centro dell’indagine ‘Escort in rete’, coordinata dal Pm Marco Mescolini della procura di Bologna, che aveva messo a fuoco nell’ottobre del 2009 un giro di favoreggiamento della prostituzione che gravitava intorno, appunto, alla gestione di alcuni siti internet specializzati, gestiti da tre gruppi distinti e in concorrenza. Assolto invece un informatico accusato di aver partecipato alla gestione del sito.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, nel sito ‘Bologna Eros’ c’erano pubblicati non solo i profili delle prostitute, con loro foto e tipo prestazioni offerte, ma c’era anche una mappa per localizzare dove lavoravano e recensioni di presunti ‘clienti’. In realtà, hanno accertato le indagini, le recensioni erano scritte dallo stesso gestore del sito – accusato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
Quando infatti le ragazze non pagavano i circa 180-200 euro mensili richiesti per pubblicare l’annuncio on-line, le recensioni diventavano pessime.
Nel novembre del 2010, davanti al gip Andrea Santucci, c’erano state le prime condanne scaturite dall’inchiesta: tre con riti abbreviati (da un minimo di un anno ad un massimo di due anni, pene sospese), e due con patteggiamenti (ad otto mesi e 15 giorni e a un anno e mezzo, anche qui pene sospese).