Attualità

La Stampa

La Cei, la Comunità di Sant’Egidio, Migrantes, Caritas e governo italiano uniti per accogliere i rifugiati che
vivono nei campi di raccolta del paese africano. E i corridoi umanitari diventano modello anche per altri
Paesi
Un nuovo corridoio umanitario verrà presto aperto fra l’Italia e l’Etiopia. L’iniziativa, questa volta, vede
coinvolta in prima persona la conferenza episcopale italiana, quindi la Comunità di Sant’Egidio che è fra i
principali promotori dell’iniziativa dei corridoi umanitari, poi le due organizzazioni impegnate sulle
migrazioni legate alla Cei: Migrantes e Caritas, che avranno un ruolo chiave nell’accoglienza. Un nuovo
protocollo verrà quindi sottoscritto molto presto fra queste organizzazioni e i ministeri degli Interni e degli
Esteri, sul modello di quanto già avvenuto per accogliere i profughi siriani provenienti dai campi di raccolta
in Libano (in questo caso però prendono parte all’iniziativa oltre a Sant’Egidio anche la Chiesa valdese e la
Federazione delle Chiese evangeliche in Italia).
L’obiettivo, ambizioso, è quello di stabilire una via sicura e legale per far arrivare in Italia almeno 500
profughi provenienti dall’Africa. L’Etiopia è infatti il Paese africano che accoglie il maggior numero di
rifugiati in fuga da conflitti, carestie, persecuzioni, catastrofi ambientali. Ci sono nel Paese africano quattro
grandi campi profughi, e il progetto prevede di accogliere persone provenienti da tre nazionalità: eritrei,
somali e (sud)sudanesi. Leggi…

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