Lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato
“Fino a non molti anni fa, tratta e sfruttamento erano principalmente sinonimo di prostituzione coatta e gli interventi messi in campo erano pensati per rispondere ai bisogni di persone sfruttate in questo ambito.
La situazione attuale è molto diversa e vede un forte aumento dello sfruttamento dei migranti in molte attività lavorative, in particolare nell’agricoltura, nell’accattonaggio e nelle economie illegali (spaccio, furti, scippi). Pensiamo alle migliaia di migranti sfruttati nella raccolta di pomodori e arance nel meridione d’Italia e alle loro condizioni di vita, oppure alle persone che chiedono l’elemosina davanti ai supermercati o vendono fazzolettini, fiori, ombrelli.
Questa è solo la parte visibile del fenomeno.
Le cause sono molteplici: l’aumento esponenziale degli arrivi di migranti, molti in situazione di estrema vulnerabilità; l’impoverimento di larghe fasce della popolazione, in particolare immigrata, dovuto alla persistente crisi economica; la maggiore capacità delle organizzazioni criminali di sfruttare i punti deboli dei nostri sistemi e di collaborare con circuiti economici nazionali, legali ed illegali.
Chi lavora sul campo ha colto da tempo questi cambiamenti e si è attrezzato per raggiungere e portare aiuto a migranti che sono sfruttati in ambiti diversi dalla prostituzione.
Abbiamo quindi deciso di dedicare un Convegno nazionale di due giorni allo sfruttamento lavorativo e dell’accattonaggio, dove abbiamo invitato a confrontarsi molti dei principali protagonisti nazionali delle politiche e pratiche che incidono su questi fenomeni.” di Associazione On The Road onlus