Fonte Italpress
Come ogni categoria di lavoratori che si rispetti anche le “prostitute” si ribellano e chiedono aiuto per cambiare vita ed abbandonare la strada. Lo fanno in maniera molto garbata appendendo un cartello artigianale in via Reggio, a Catania nel quartiere San Berillo, per intenderci nella piccola scorciatoia che da via Di Prima porta a via San Giuliano. San Berillo è un quartiere periferico della città, tra i più poveri di Catania, dove prostituzione e delinquenza convivono con le storie disperate degli ‘ultimi’ della società. Non stupisce più di tanto, quindi, l’appello che dall’oggi al domani è comparso in uno degli appartamenti usati spesso come ‘case chiuse’, rivolto al neo sindaco di Catania, Enzo Bianco. Un invito che tra un comprensibile errore ortografico e l’altro, fa emergere
il bisogno di chi ha solo il lavoro di strada per vivere, di avere un aiuto per uscire fuori da una situazione sempre più difficile da gestire. «Gentile sindaco, noi abitanti di questo quartiere abbiamo votato per lei – si legge nel cartellone appeso al muro con sei piccoli chiodi e due travi di legno – e ci aspettiamo solo un piccolissimo spazio, tanto per campà. Come lei ci ha promesso anni fa, siamo catanesi anche noi, sempre comunque pagando, no gratis con tutto rispetto, grazie… Mi spiego, un aiuto per inserirci nel mondo del lavoro siamo stanchi di prostituirci. Ancora una volta l’abbiamo presa in culo, grazie».
Colorito nei toni, ma certamente efficace, il messaggio che proviene dal quartiere di San Berillo ha subito catturato l’attenzione della società civile etnea. «Gli abitanti della popolosa area chiedono aiuto ed è nostro dovere rispondere al loro appello». A parlare così è Giovanni Fodale, in passato già consigliere di quartiere, oggi molto attivo nel sociale. «Il quartiere è da troppo tempo legato solo alla prostituzione ed oggi più di ieri frequentato da lucciole ed omosessuali che però attraverso questa istanza chiedono aiuto. È l’appello della disperazione: una richiesta da consegnare al sindaco che si è sempre mostrato persona sensibile alle categorie svantaggiate – spiega Fodale – È arrivato il momento di intervenire in maniera importante al di là delle battute tra il serio ed il faceto contenute nel messaggio. Bisogna progettare una seria ed importante bonifica per l’intero quartiere per risolvere prima di tutto il problema umano».