La Gazzetta del Sud

Due condanne pesanti ieri nello stralcio del processo scaturito dall’operazione “Bani Bani” che nel 2011 scoperchiò un vasto giro di prostituzione internazionale gestito da una clan di romeni.

In questo caso erano imputati due degli indagati iniziali, la romena Mihaela Kovacs e il messinese Salvatore Campagna, che sono stati giudicati con il abbreviato. E ieri il giudice Silvana Grasso, dopo una lunga camera di consiglio, ha condannato la Kovacs a 12 anni e Campagna a 4 anni. Sono state quindi accolte le richieste del pm Stefano Ammendola. La Kovacs doveva rispondere di associazione finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù, mentre l’uomo solo di favoreggiamento. I due, che in questa vicenda sono stati assistiti dagli avvocati Pierfrancesco Broccio e Pietro Fusca, erano stati individuati dalla Squadra Mobile nel corso delle indagini che sfociarono nel febbraio del 2011 in decine di arresti. L’inchiesta è una delle più importanti sul fronte della prostituzione degli ultimi anni. Messina rappresentava lo snodo strategico della riduzione in schiavitù. Le vittime giungevano in riva allo Stretto dall’Est. Grazie alle intercettazioni e alla collaborazione tra la polizia italiana e quella romena vennero arrestate all’epoca oltre 40 persone, tutte ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sequestro di persona e altri reati.

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