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Tra Eritrea, Sudan e Sinai da anni si svolge il più pesante traffico di esseri umani, in cambio di denaro. Solo adesso il mondo apre gli occhi

C’è un fenomeno oscuro, che oramai da anni interessa il nord Africa, e precisamente quel triangolo che va dall’Eritrea, al Sudan, al Sinai, arrivando talvolta anche in Libia, che tutti ignorano di conoscere e che solo da qualche mese, ha meritato l’attenzione della politica internazionale. Nel giugno 2014, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite ha deciso di aprire un’inchiesta su questa vicenda, che parte in Eritrea, uno dei 10 paesi più poveri al mondo, quello che non era stato mai fatto per la Siria e la Corea del Nord.

È la tratta degli esseri umani, che gruppi criminali organizzano, a partire perlopiù dall’Eritrea, approfittando della povertà e della disperazione della gente che vive questa regione, per poi portarla  e a volte lasciarla nel Sinai egiziano.  Decine di migliaia di Eritrei sono stati già prelevati e torturati nel Sinai. L’intento dei rapinatori è quello di restituire gli ostaggi ai loro familiari, solo dopo che questi avranno pagato un riscatto, ma le somme richieste sono salatissime e arrivano anche ai 40 000 dollari (31 100 euro). I gruppi criminali sono diffusi in tutta Europa e lavorano attraverso intermediari, spesso per capire se le famiglie eritree hanno parenti in paesi più ricchi e, quindi, per aumentare la posta in gioco. Il fenomeno della tratta degli esseri umani nella penisola del Sinai è stato già denunciato molte volte: prima, da Ong, poi dalle Nazioni Unite e recentemente dal Parlamento europeo, in una risoluzione adottata nel marzo 2014. …leggi

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