LA TRATTA non è solo sfruttamento sessuale. A volte è più subdola, apparentemente innocua: come una
mano tesa a chiedere l’elemosina. I migranti che fanno accattonaggio, quelli che l’assessore alla Sicurezza
Stefano Garassino vorrebbe “prendere a calci nel sedere” (parole sue), sono molto spesso vittime di un
ingranaggio dal quale è difficile uscire. «E’ una nuova forma di schiavitù — spiega Alberto Mortara di
Fondazione Auxilium — di solito tra persone provenienti dello stesso Paese: immigrati già sul territorio che
ospitano quei richiedenti asilo che sono appena usciti dal circuito dell’accoglienza e non sanno dove andare.
Offrono loro un tetto. Ma, in cambio, li mettono in strada a mendicare per farsi pagare l’affitto». Uno
sfruttamento tra poveri: i penultimi che spolpano gli ultimi. E’ anche su questo fronte, labile e difficile da
scalfire, perché la paura e l’omertà sono radicate, che si muove il fronte anti-tratta in Liguria: enti del terzo
settore riuniti in una associazione temporanea di scopo, con Fondazione Auxilium capofila, e poi Consorzio
Sociale Agorà, Afet Aquilone, Comunità San Benedetto al Porto, Cooperativa sociale Aurora, Il Biscione, Il
Dono, Il Melograno, In Cordata, Camilliani — Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che in
collaborazione con la Regione hanno riaperto da agosto il numero verde antitratta (800-290-290). Leggi…
La tratta a Genova, elemosina prostituzione e accendini
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