Oltre a Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Stidda e Sacra Corona Unita, l’Italia può “vantare” un altro sodalizio
mafioso di tutto rispetto: quello nigeriano, gruppi di criminali che tengono saldamente in pugno il
mercato della prostituzione, ma non solo. “ll radicamento in Italia di tale consorteria è emerso nel corso di
diverse inchieste, che ne hanno evidenziato la natura mafiosa, peraltro confermata da sentenze di condanna
passate in giudicato”, scrive la Dia nella relazione sulle sue attività investigative del secondo semestre 2016.
Pagine nelle quali i magistrati spiegano, inchiesta per inchiesta, come i nigeriani siano ormai primari
protagonisti non solo del traffico di esseri umani, ma anche della droga, delle truffe online e nello
sfruttamento della prostituzione. Un ventaglio di attività al quale gli affiliati alle varie bande provenienti
dal Paese centroafricano si applicano con spietata efficienza.
“Sul piano generale, tra le attività criminali dei gruppi nigeriani, si conferma la tratta di donne di origine
nigeriana e sub sahariana, avviate poi alla prostituzione”, si legge nella realazione, che ricorda come il 24
ottobre 2016 la Polizia di Catania, con l’operazione “Skin Trade”, abbia arrestato 15 persone per
associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone e sfruttamento della prostituzione. Idem per le
indagini sui gruppi attivi nella zona di Castel Volturno (CE) che sarebbero riusciti “a organizzare
importanti traffici di droga e immigrati clandestini, operando altresì nello sfruttamento della prostituzione”.
L’operazione Cultus che nel 2014 portò in carcere 34 persone, illustra perfettamente il modus operandi dei
nigeriani: le ragazze erano reclutate in Togo, da dove venivano“importate” in Italia attraverso il
Benin. Una volta sbarcate, si ritrovavano un debito per il viaggio – in media tra i 40 ai 70 mila euro – e per
saldarlo eranocostrette a prostituirsi sotto gli ordini di una Maman. Il pericolo della denuncia era
scongiurato perché assoggettate psicologicamente attraverso pratiche esoteriche.
A questo proposito, molti giornali hanno spesso scritto di “rituali voodoo”… In realtà, si tratta del rito
“Juju”, una credenza religiosa praticata nelel regione del Sud-Ovest della Nigeria. Il paradosso è che il
rituale utilizzato per schiavizzare le donne africane, convincendole che lo spirito racchiuso in piccoli feticci
possa causare enormi sciagure a loro e alla loro famiglia in caso di disobbedienza, non nasce in Africa, ma è
stato importato dai primi colonizzatori europei, tanto che mutua il nome dal termine francese “Joujou”. Leggi…
Il vero volto della mafia nigeriana, che ha in pugno la prostituzione in Italia
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