Il Piano Nazionale d’azione contro la tratta ed il grave sfruttamento
Seminario conoscitivo e formativo in materia di strumenti di lotta alla tratta e contrasto alle forme di grave sfruttamento promosso dalla UIL, tramite due suoi dipartimenti (Pari Opportunità e politiche di genere e Politiche Territoriali e Migratorie).
Dalla presentazione del convegno
Il Governo italiano, in attuazione della direttiva 2011/36/Ue relativa alla prevenzione e repressione della tratta di esseri umani ed alla protezione delle vittime, ha adottato il 26 febbraio u.s. un nuovo Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento 2016 -2018 . Questo anche “al fine di definire strategie pluriennali di intervento per la prevenzione e il contrasto al fenomeno della tratta e del grave sfruttamento degli esseri umani, nonché azioni finalizzate alla sensibilizzazione, alla prevenzione sociale, all’emersione e all’integrazione sociale delle vittime”, come si legge sul sito .
Il piano è propedeutico alla emanazione del nuovo programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale e le relative modalità di attuazione e finanziamento.
Quattro le parole chiave del nuovo Piano: “prevenzione, azione penale, protezione e cooperazione”. Due i binari su cui muoveranno gli interventi: il primo di contrasto e repressione del crimine di sfruttamento di esseri umani, affidato alle forze dell’ordine, e il secondo di prevenzione e protezione delle vittime, affidato ai servizi sociali e del privato sociale accreditato.
Secondo l’Esecutivo, si tratta di creare nel biennio 2016–2018 un coordinamento più efficace multi agenzia e multidisciplinare, attraverso il Meccanismo nazionale di referral (un insieme di raccomandazioni e misure pratiche che guideranno tutti gli attori coinvolti), sulle diverse forme di tratta e sui vari target di vittime.Le novità principali riguardano la formazione di tutti gli attori impegnati nel campo: sono state infatti realizzate linee guida per l’identificazione delle potenziali vittime sia tra i migranti irregolari sia tra i profughi richiedenti asilo, e procedure operative per la prima assistenza e la presa in carico dei minori.Tra i contenuti del Piano Nazionale, cui hanno contribuito molte delle organizzazioni impegnate nel settore, vanno segnalate alcune previsioni di particolare rilevanza in considerazione della necessità che l’Italia adotti le misure previste dalla Direttiva europea:
- la formazione multidisciplinare di tutti i soggetti che potenzialmente entrano in contatto con le vittime di tratta e dunque in primo luogo forze dell’ordine, polizia di frontiera, operatori dei diversi centri di accoglienza, magistrati, operatori legali.
- la definizione di linee guida volte alla corretta identificazione delle potenziali vittime di tratta nei diversi contesti in cui questa può verificarsi, tra cui quello della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale
- l’introduzione di un National Referral Mechanism, di cui l’Italia non è ancora dotata, volto a realizzare un sistema di cooperazione tramite cui gli attori statali adempiono ai propri obblighi per proteggere e promuovere i diritti umani delle vittime di tratta, in coordinamento con la società civile;
- l’ aggiornamento delle misure di accoglienza in modo da rispondere alle mutate fenomenologie e caratteristiche delle vittime;
- l’attuazione di misure di tutela specifiche per i minori vittime di tratta.
Non mancano critiche dal mondo del terzo Settore venute alla neonata iniziativa dell’Esecutivo: tra cui “la scarsità delle risorse attualmente messe a disposizione”, la “scarsa valorizzazione delle esperienze positive già realizzate in materia dal mondo delle associazioni”, in specie quelle di “ripensamento urbanistico e sociale delle nostre periferie, dove maggiore è la concentrazione delle situazioni che generano, da una parte, conflittualità sociale e, dall’altra, minor tutela delle vittime”.
Programma programma_3_maggio_2016