Dopo quasi duemila anni dalla rivolta degli schiavi di Spartaco, che mise in pericolo il dominio dell’Impero Romano e segnò la storia migliorando le condizioni servili nei decenni a venire, si verificò un’altra rivoluzione, quella haitiana, di cui in questi giorni è ricorso l’anniversario. Questa cominciò infatti nel 1791, non insensibile all’influsso della Rivoluzione Francese, e generò un vento nuovo, uno che dimostrò come la catene della schiavitù non fossero appendici anatomiche di coloro che non avevano la pelle bianca.
Oggi la schiavitù esiste ancora. Di schiavi “moderni” ne esistono a milioni in tutto il mondo. Si calcola ce ne siano oltre quaranta milioni. Le sue vittime sono oggetto di traffico di organi, sfruttamento sessuale e condizioni lavorative proibitive, come racconta padre Alex Zanotelli, intervistato in occasione della Giornata Mondiale contro la schiavitù, istituita dalle Nazioni Unite: ” Per la tratta degli organi ci sono tantissimi bambini che scompaiono. Esiste la tratta delle donne per lo sfruttamento sessuale. In un mondo che produce tanta ricchezza, proprio i ricchi producono la schiavitù. Questo evidenzia quanto sia spartito malamente questo pianeta. ”
La schiavitù, infatti, non è una questione che affligge solo angoli del mondo lontani dal nostro.
La schiavitù esiste nel nostro paese e coinvolge italiani e stranieri, soprattutto migranti, sfruttati da imprenditori agricoli che abusano della disperazione per pagarli pochissimi euro in cambio di intere giornate con la schiena piegata e piagata dal sole o sferzata dalla pioggia, incuranti della dignità che ogni essere umano merita gli sia riconosciuta.