In Nigeria sono state marchiate a vita con due lame da rasoio che hanno lasciato delle cicatrici indelebili sul petto. E in Italia una delle due, ancora minorenne, ha dovuto abortire dopo le violenze sessuali subite in Libia. Entrambe le ragazze sono state portate a Bologna per un solo motivo: prostituirsi. Ma grazie alla loro denuncia gli sfruttatori sono stati fermati.
Un’inchiesta della Dda della procura di Bologna, coordinata dal magistrato Stefano Orsi, ha portato ieri mattina all’arresto di due giovani nigeriani – Glory Sanusi detta Fumi, 23 anni, e Peter Ovabor, di 22 – per i reati di tratta di essere umani aggravata perché commessa in ambito transazionale e per sfruttamento della prostituzione.