Repubblica

Al centro dell’indagine della Guardia di Finanza una cooperativa di Soave. Scoperto anche un sistema di certificazioni false retto da un medico: 200 euro per le pensioni speciali, 50 per l’abilità al lavoro nei campi.

VERONA – Migranti africani sfruttati per pochi euro, pronti al silenzio pur di mantenere il posto. Sembra di essere nelle campagne del Sud, solo che questa volta l’indagine avviata dalla Guardia di Finanza riguarda una cooperativa di Soave, in Veneto.Oggi le Fiamme Gialle di Verona hanno arrestato sei persone per caporalato, tra cui un medico del lavoro. Al centro dell’indagine, una cooperativa di Soave il cui responsabile era finito già in carcere nel marzo 2017. Tutto era partito dagli accertamenti sull’incidente a un mini-van della coop, nel quale nel novembre 2017 sull’autostrada A13 era morto un lavoratore marocchino e altri 11 erano rimasti feriti. Ai domiciliari anche due funzionari dell’Inps e un militare della Gdf. Il sospetto che dietro ci fosse una qualche forma di sfruttamento ha fatto puntare i riflettori sul responsabile della cooperativa, anch’egli coinvolto nello schianto, un marocchino residente nell’est veronese, gestore di altre strutture simili.

I finanzieri hanno individuato anche una truffa più ampia ai danni dello Stato: un sistema retto da un 78enne di San Bonifacio (Verona), Alfio Lanzafame, medico in pensione ma ancora in attività, conosciuto per essere un ‘aggiustatore’ di certificati sanitari di ogni tipo. La Procura di Verona ha avviato indagini su un’altra cinquantina di persone, anziani, loro accompagnatori, due collaboratori di Lanzafame e due funzionari dell’Inps, che aiutavano i falsi invalidi a ottenere punteggi utili per aver pensioni speciali e indennità di accompagnamento.

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