La Stampa

 

Denunciata una nigeriana: disoccupata, ma con un’auto e tre conti correnti

GIUSEPPE LEGATO

L’ultima maman di questa brutta storia è stata individuata alla vigilia di Natale. E’ una donna di 39 anni, nigeriana. Formalmente risulta disoccupata. Fino a qualche tempo fa gestiva un supermercato a Barriera di Milano, oggi non ha impiego, ma possiede un Nissan Qashqai nuovo di zecca, due Ipad e tre – corposi – conti correnti. Insieme ad altri due connazionali (già arrestati a giugno) avrebbe ridotto in schiavitù una prostituta di via Postiglione, a Moncalieri. Un anno e mezzo di violenza, terrore e riti ancestrali. Il gip di Torino Stefano Vitelli ha disposto per lei l’obbligo di firma.

 Voleva fare la hostess

Aveva 19 anni, Tina. E sognava di fare la hostess sui voli della Panam. Viveva in un villaggio nelle foreste a 20 km da Benin City. La chiamarono un giorno dell’inverno 2012. «Ti vogliono in Italia – gli disse una lontana parente del padre – vai a fare la cameriera e magari realizzi i tuoi desideri». La donna l’aveva venduta a tre nigeriani residenti a Torino: due di queste – secondo l’accusa – erano maman di professione. L’hanno comprata per 50 mila euro, sfruttata, abbandonata su un marciapiede di via Postiglione a Moncalieri, zona industriale di grandi aziende con un florido mercato del sesso che non si ferma neanche dopo le multe salatissime disposte dal Comune ormai quattro anni fa. Il 13 giugno scorso i carabinieri la trovarono proprio lì, sul marciapiede. L’avevano gonfiata di botte, sanguinava. All’inizio sembrò una rapina, poi un maresciallo della stazione riuscì a convincerla a raccontare tutto da un letto d’ospedale. E saltò fuori la verità.

Tutti i conti nell’agenda

Due giorni fa, nell’ultima perquisizione effettuata in casa della terza presunta responsabile di questo sfruttamento, i militari hanno trovato un’agendina nera con tutti i debiti di Tina. Era nascosta nel rullo della tapparella di casa della maman. Dentro c’erano annotati i suoi versamenti, tutti scritti a detrazione della cifra iniziale, quella che una volta saldata – le avrebbe regalato la libertà.

Terza indagata

Pochi giorni dopo i fatti il pm Antonio Smeriglio chiese e ottenne l’arresto dei primi due componenti di questo sodalizio. L’altroieri il cerchio si è chiuso con una terza persona indagata per sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, rapina aggravata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per portare Tina a Moncalieri le avevano procurato una falsa identità. Al suo arrivo le avevano intimato di chiedere asilo politico in Questura, ma i poliziotti non glielo avevano concesso. Dopo pochi mesi sulla strada, obbligata a prostituirsi , Tina era riuscita a scappare rifugiandosi in una comunità vicino a Porta Nuova, ma i suoi presunti aguzzini avevano minacciato i genitori in patria. Contattata dal padre, era tornata sul marciapiede. Ci hanno pensato i militari di Moncalieri a liberarla una volta per tutte. Quando fu abbandonata sul ciglio della strada dopo essere stata picchiata, era in cinta. Ha perso anche il bambino.

Menu