Corriere della Sera

 

Caterina Belloni

IN UNA FRAZIONE DI SANT’ANGELO LODIGIANO

Una banda di romeni le aveva ridotte in schiavitù: sedici ore al giorno sulla strada. Arrestato uno degli aguzzini

Se le ragazze si ribellavano le picchiavano e le violentavano a turno. Per far loro paura le chiudevano in stanze buie, oppure minacciavano di fare del male ai loro genitori, rimasti in Romania. Era il terrore a paralizzare le giovani schiave tenute prigioniere alla cascina Belfuggito di Sant’Angelo Lodigiano, trasformata in un inferno da una banda di romeni che aveva organizzato un giro di prostituzione. Vittime, ragazze loro connazionali, tra i 18 e i vent’anni, che venivano portare a lavorare nel Pavese, nel Milanese e nel Lodigiano.

IL BLITZ – Attirate in Italia con promesse di una vita migliore, le ragazze venivano in realtà costrette in schiavitù. Sedici ore al giorno sulla strada, botte al primo cenno di reazione. Finché qualche mese fa una di loro ha deciso di chiedere aiuto ad alcuni connazionali, residenti a Sant’Angelo Lodigiano. I carabinieri di Lodi sono intervenuti su loro segnalazione e, dopo controlli incrociati e indagini, qualche giorno fa è scattato il blitz nella cascina alle porte di Lodi.

L’ARRESTO – All’interno sono state trovate sei ragazze, costrette a prostituirsi anche per sedici ore di fila. Con loro, di guardia, c’era uno degli aguzzini, il 42enne J.M., arrestato per i reati di sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona e riduzione in schiavitù. I carabinieri di Lodi stanno ora cercando di bloccare anche gli altri. La speranza è che le testimonianze delle ragazze (per ora, soltanto una ha avuto il coraggio di denunciarli) si rivelino determinanti.

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