Corriere della Sera
BOLOGNA – È partita dalla Nigeria, ha attraversato il deserto e sopportato violenze fisiche e sessuali in un
campo profughi in Libia. Arrivata in Italia l’incubo sembrava finito, con la promessa di un lavoro come sarta
e invece appena uscita dall’hub di Bologna è stata sequestrata e tenuta chiusa in una casa per due settimane.
È la sorte di una 17enne nigeriana arrivata nella struttura di via Mattei il 16 luglio scorso, una sorte comune a
tantissime ragazze e donne nigeriane che arrivate in Italia finiscono nelle mani di sfruttatori e madame.
GLI ARRESTI – Questa volta però gli aguzzini sono stati individuati e arrestati dalla Squadra mobile di
Bologna. Sono due fratelli nigeriani di 19 e 22 anni (S.I e J.I.) arrestati dagli agenti della Sezione contrasto al
crimine straniero a Casapesenna, nel Casertano. I due sono finiti in manette per sequestro di persona a scopo
di estorsione, su richiesta del pm Stefano Orsi firmata dal gip Alberto Ziroldi. Il 15 luglio scorso si trovavano
fuori dall’hub di via Mattei a Bologna ad attendere le loro vittime quando hanno intercettato la minorenne
che, arrivata al porto di Salerno, aveva preso contatti con una madame di Napoli che le aveva promesso un
lavoro in un laboratorio di sartoria. I due connazionali le hanno promesso di portarla a Napoli e l’hanno
trascinata su un autobus all’autostazione di Bologna. La ragazzina non parlava italiano, non sapeva a chi
rivolgersi, completamente sola si è fidata dei due aguzzini ma, ha raccontato dopo alla polizia, appena saliti
sull’autobus ha capito che il loro atteggiamento era cambiato ed era ormai una loro prigioniera. Leggi…