LA REPUBBLICA

Una donna romena convinta a partire da due connazionali che poi l’hanno obbligata a chiedere l’elemosina e chiusa in un’ex fabbrica su lungotevere Gassman

Il luogo dove è stata segregata la donna  L’hanno convinta a partire per l’Italia, poi, una volta arrivata alla frontiera, le hanno sottratto i documenti e l’hanno tenuta segregata in un casale abbandonato a Roma e costretta a mendicare.

Per mesi una donna romena è stata obbligata da due connazionali, sotto minaccia di gravi ritorsioni e spesso anche di morte, a chiedere l’elemosina per le vie del centro. A fine giornata i due perquisivano la donna perché non trattenesse nulla per sè e, in caso di ribellione, la picchiavano fino a farla finire in ospedale.

 

Proprio in una di queste occasioni la donna ha incontrato un connazionale a cui ha raccontato la vicenda e che l’ha convinta a denunciare tutto alla polizia. La donna si è quindi rivolta agli agenti dell’ospedale San Camillo che, insieme ai colleghi del commissariato di Monteverde, hanno individuato il luogo descritto, un’ex fabbrica su lungotevere Gassman, e i due uomini. V. G., 59enne, e M. E., di 46 anni, sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di riduzione in schiavitù.

 

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