GIUSEPPE SCARPA
IL NAR, il regista porno e il vicequestore della polizia ferroviaria erano i gestori del Pussycat, un night club con squillo d’ alto bordo in piazza delle Crociate tra piazza Bologna e la stazione Tiburtina. Il 10 luglio i tre compariranno davanti al giudice per la prima udienza che li vede imputati per il reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. «Se quella è un’ associazione culturale – disse una delle escort sentite in procura – io sò Trilussa». Questa era la copertura del Pussycat. Ufficialmente infatti si presentava come il centro culturale “Le Pecore Nere” il cui vicepresidente era l’ ex militante dei Nar Flavio Serpieri. Un modo per cercare di mascherare l’ attività di prostituzione all’ interno del locale e anche per far entrare indisturbati i clienti vip del Pussycat: politici e uomini del mondo dello spettacolo erano tra gli affezionati del night. Gli altri due soci erano un dirigente della Polfer Antonio Masala e il regista Franco Lo Cascio. Quest’ ultimo una celebrità tra i cultori dell’ hard tanto da vincere nel 1996 l’ equivalente dell’ Oscar per un film porno da lui diretto. Un’ industria del sesso con più di 400 ragazze passate sotto le grinfie dei gestori tra il 2011 e il 2012, anno in cui le forze dell’ ordine hanno messo i sigilli al locale. Brasiliane, ucraine, romene, polacche e italiane. Tutte bellissime e rigorosamente sotto i 30 anni. Tra le italiane anche studentesse romane che arrotondavano la loro “paghetta” al Pussycat: «Bambina se ti dai da fare puoi mettere insieme anche 20mila euro al mese», diceva in un’ intercettazione uno degli sfruttatori. Piste per ballare la lap dance, bancone del bar, le salette per consumare il rapportoe poii gettoni colorati. Questi servivano per indicare il rapporto desiderato e ad ogni colore corrispondeva una cifra. Il gettone poi, erano le stesse ragazzea riconsegnarlo alla cassa e in cambio ottenevano la metà del denaro per il servizio che avevano offerto. Il vicequestore della Polfer, inoltre, dovrà rispondere dei reati di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione del segreto di ufficio. Reati per i quali ieri è stato condannato nell’ ambito dello stessa udienza, con il rito abbreviato, il poliziotto D. G., autista di Masala, a otto mesi di reclusione. Soddisfatta per l’ esito dell’ udienza la legale di parte civile di una delle ragazze sfruttate nel Pussycat, l’ avvocato Valentina Bevilacqua.