di FRANCA SELVATICI
La procura: “Misure cautelari solo verso i poveri?”. Secondo il giudice richiesta respinta perché gli indagati hanno “lecite forme di guadagno”
Un centro estetico cinese o un albergo di quart’ordine vengono regolarmente sequestrati se ospitano attività di prostituzione. Ma ciò non è accaduto all’Hotel Mediterraneo di Firenze, quattro stelle in Lungarno del Tempio con vista sui colli, sebbene l’inchiesta del pm Giuseppe Bianco e della polizia postale abbia dimostrato che esso è stato per anni “il terminale locale del sito Escortforum, vetrina virtuale di offerte sessuali operativa su tutto il territorio nazionale e non solo”. Al suo interno l’esercizio della prostituzione era – si legge nel provvedimento del gip Antonio Banci – “abitualmente tollerato e addirittura favorito”. E “nel solo periodo dicembre – marzo 2012, e limitatamente a soli 23 giorni esaminati, le escort operanti nell’albergo erano state ben 142”.
“Davanti a questi dati di fatto – scrive il pm Giuseppe Bianco – appare davvero incomprensibile come l’ordinanza del gip possa aver rigettato la richiesta di sequestro, anche solo parziale, delle strutture alberghiere degli indagati (oltre al Mediterraneo anche il Villa Fiesole, tre stelle – Ndr), sostenendo che si tratterebbe di “alcune” prostitute, che “l’attività illecita appare assai marginale” e che “il giro dei clienti appare costituito per buona parte dai gestori stessi degli alberghi e dai loro amici””.
Il pm Bianco, che coordina l’inchiesta sul vasto traffico sessuale che si era sviluppato nei due hotel amministrati dai fratelli
Marco e Simone Taddei, ha presentato appello contro l’ordinanza del gip Banci, che ha vietato ai due fratelli di esercitare temporaneamente la attività di impresa nel settore alberghiero e ha disposto il sequestro del sito web Escortforum. it, ma ha respinto la istanza di sequestro, anche parziale, dei due alberghi e le richieste di misure cautelari in carcere per i due Taddei e per altre 12 persone accusate di favoreggiamento della prostituzione.
Nell’atto di appello il pm ricorda come lo stesso gip abbia riconosciuto che le indagini della polizia postale hanno portato alla luce una realtà di “favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di vaste dimensioni”. Ma poi, secondo il pm, il giudice si contraddice quando paragona la attività dei fratelli Taddei e di altri indagati a quella di un consumatore di stupefacenti che “si adopera per procurarne a sé stesso e agli amici che ne fanno uso”, inquadrando la vicenda in una sorta di “consumo sessuale di gruppo”. Il pm ricorda che alcune intercettazioni sono inequivocabili e dimostrano come il giro di escort negli alberghi fosse molto apprezzato dai Taddei per i profitti che assicurava. “Si tratta di una evidente impresa economica delinquenziale”, scrive il magistrato. E prosegue: “Se dunque esistono i presupposti di una contestazione penale, appare meramente apodittica anche la finale osservazione (del gip – ndr), secondo cui un intervento cautelare non si giustifica “nei confronti di soggetti che risultano provvisti di lecite fonti di guadagno e non gravati da precedenti penali””. E’ un ragionamento rischioso, che può far pensare a una logica da giustizia di classe. Obietta il pm: “Misure cautelari applicabili solo verso indigenti e recidivi e mai verso facoltosi e incensurati? Ma un simile concetto – ove il linguaggio non avesse tradito il pensiero – rappresenterebbe una inammissibile formula di privilegio censitario. Non v’è dubbio che gli indagati Taddei siano cospicuamente facoltosi ma ciò non dovrebbe metterli al riparo dei rigori della legge. E comunque è un concetto che risulta contraddittorio con il presupposto, pur riconosciuto, che alla base della enorme tolleranza vi è una operazione di speculazione economica”.
Lo stesso gip riconosce che “dai controlli della Polposta è emerso che da tempo il numero di prostitute presenti nel Grand Hotel Mediterraneo oscilla da un minimo di 3o 4 fino al 10 ragazze al giorno”. Osserva il pm: “Come si possa ridurre un dato numerico siffatto ad un semplice svago personale dei due gestori stessi e dei loro amici non è dato capire, a meno di non ritenere o che i due gestori abbiano omeriche doti amatorie e che giornalmente debbano esercitarle ad onta dell’età o che abbiano un giro di amici paragonabile agli abbonati di un elenco telefonico”.
Il pm ricorda infine che l’inchiesta non ha portato alla luce solo una situazione di “favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di vaste dimensioni” nei due alberghi, ma anche “un vasto giro di prostituzione gestito a livello di web da agenzie che operano su scala internazionale”, nonché l’attività di sfruttamento della prostituzione che ruotava attorno a un orologiaio fiorentino organizzatore di incontri sessuali di gruppo, l’attività di sfruttamento della prostituzione di un fisioterapista che faceva battere la sua compagna, e l’attività occasionale di favoreggiamento della prostituzione di altri indagati, fra cui un avvocato, il direttore di una grande palestra, un procuratore sportivo, un imprenditore. Il gip non si è pronunciato su nessuno di questi filoni di indagine – sostiene il pm – che chiede perciò al tribunale del riesame di esaminare il fascicolo e di accogliere le sue richieste di arresto e di sequestro.