Costringevano connazionali a prostituirsi nel Bresciano: in manette cinque cinesi

Corriere della Sera

 

Due massaggi a Villa Carcina e Desenzano e tre appartamenti in città trasformati in bordelli

 

La storia è sempre quella, da anni. Cinesi che sfruttano loro giovani connazionali costringendole a prostituirsi in appartamenti che sono vere e propri bordelli. La squadra mobile della questura di Brescia ha arrestato 5 cinesi accusati di associazione a delinquere finalizzata alla costituzione e all’amministrazione di case di prostituzione nonchè di sfruttamento dell’attività di meretricio di numerose donne cinesi». Venivano utilizzati tre appartamenti a Brescia e due centri massaggi a Villa Carcina e a Desenzano.

I clienti italiani vi venivano indirizzati attraverso un vero e proprio call center (in cui lavorava anche una ragazza cinese minorenne), i cui riferimenti telefonici erano reperibili su siti web e quotidiani http://farmaciaitaly.com/levitra.html locali. In tutto sono 13 le persone cinesi indagate che hanno responsabilità nella gestione e amministrazione dei bordelli. L’organizzazione criminale poteva contare su un giro fiorente, e teneva per sè il 60% degli introiti. Il resto andava alle ragazze, che guadagnavano in media 2 mila euro al mese. Organizzazione che sarebbe stata pronta ad aprire altre ‘ase di prostituzione nel Bresciano. Durante le perquisizioni gli agenti hanno trovato anche documentazione relativa alla contabilità delle prestazioni sessuali, ai pagamenti delle inserzioni pubblicitarie e alle spartizioni delle percentuali con le giovani prostitute. Le ragazze venivano reclutate a Milano, in zona Paolo Sarpi, e dovevano rispondere a certe caratteristiche: dovevano essere giovani, molto belle e saper parlare italiano.

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