di Enrico Carta
Affidata ai Servizi sociali una ragazzina che viveva in un accampamento rom. Per toglierla dalla strada gli agenti in borghese hanno fatto finta di adescarla
ORISTANO. A dodici anni ha rischiato di “conoscere la strada”. L’intervento della polizia, arrivato immediatamente dopo alcune segnalazioni, ha probabilmente impedito ad una ragazzina dell’accampamento rom che da più di un anno è nato sotto le campate del ponte sul Tirso di finire su quella strada prima ancora di diventare adolescente. Probabilmente, ma si spera di no anche se le indagini hanno preso una piega già decisa in quella direzione, qualcuno per lei aveva deciso che il suo corpo dovesse diventare merce.
E proprio per strada, non molto distante dall’accampamento, i poliziotti tre sere fa le hanno teso una trappola nella quale è cascata. Ma quella trappola è stata anche la sua salvezza. Gli agenti, con una macchina non identificabile e in borghese, si sarebbero avvicinati alla bambina – definirla ragazzina a dodici anni sembra troppo – e hanno fatto finta di contrattare per avere un rapporto sessuale. L’hanno notata in abiti succinti e quando hanno capito che stava al gioco hanno deciso di intervenire. L’hanno presa con loro e l’hanno portata via dall’accampamento. Ora, in attesa del pronunciamento del tribunale dei minori sull’affidamento, ha trovato una dimora momentanea lontana da quella strada nella quale ha rischiato di finire non per gioco.
Molto risentiti per quanto accaduto, alcuni componenti della comunità rom si sono presentati negli uffici dell’assessore comunale ai Servizi sociali, Maria Obinu. Hanno protestato in maniera vibrata, sebbene nemmeno fossero i genitori, che pare non abitino nell’accampamento dove alloggia abusivamente una trentina di persone appartenenti alla comunità rom.
Ma la bambina ovviamente non è stata restituita. L’assessore, affiancata dagli assistenti sociali che da tempo stanno monitorando la situazione del campo, chiede un vertice con le forze dell’ordine per risolvere definitivamente il problema che sta diventano alquanto ingombrante per Oristano, visto che in passato si sono verificati problemi di tipo sanitario, un incendio che aveva raso al suolo le baracche e qualche problema di ordine pubblico legato all’accattonaggio e alla guerra per la contesa degli spazi in cui recarsi a chiedere l’elemosina. Questo però appare un salto di qualità inatteso, anche perché a Oristano la prostituzione in strada non è mai esistita. C’è stato negli ultimi periodi qualche episodio associato per lo più alla comunità cinese che vive in città e forse proprio in questa direzione si muove l’inchiesta. Gli inquirenti pare che stiano provando ad accertare se proprio qualche esponente della comunità orientale possa aver avuto dei contatti con la comunità rom e possa eventualmente aver deciso di gestire un giro di prostituzione che coinvolga minorenni.