Maurizio Martina: “Non si può morire per il lavoro nei campi, una legge subito contro il caporalato”

Attualità

La Repubblica

Il ministro dell’Agricoltura: “Fenomeno da combattere, come la mafia. Chi sa denunci: dobbiamo inasprire le pene. Grazie alla rete che abbiamo creato con sindacati e istituzioni ci sarà un certificato etico per le aziende”

di GIULIANO FOSCHINI

Maurizio Martina BARI. Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, dice che “bisogna combattere il caporalato come la mafia “. E allora partiamo dalla storia di Paola Clemente, la bracciante morta al lavoro per due euro all’ora di paga. Sulla carta la donna era in regola. La sua storia è emblematica del nuovo caporalato.

Ministro, cosa può fare il governo per sciogliere questa ipocrisia?
“Ho letto su Repubblica le parole drammatiche di Stefano Arcuri, il marito di Paola. Mi hanno colpito. Purtroppo questa è una storia emblematica di ciò che deve cambiare. Nessuno può fare margini sfruttando in questo modo i lavoratori. Bisogna essere in regola davvero e con quelle cifre non si può esserlo. Dico inoltre che dobbiamo operare sulle condizioni organizzative di alcune filiere agroalimentari e su dinamiche distorte fra i diversi anelli della produzione”….leggi

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